Questo piccolo rapace notturno utilizza per nidificare le cavità abbandonate dai picchi; essendo specie boreale, tollera bene le basse temperature e predilige boschi di conifere, possibilmente ricchi di piante secche in piedi e di legno morto. Le pinete di Cimabanche e della destra orografica della Valle del Felizon sono regolarmente frequentate dalla civetta.
×Risalendo le acque delle valli di Fanes e Travenanzes, nonché quelle del Boite e del Felizon, è frequente l’incontro con questo bell’uccello acquatico, tuffatore per eccellenza. Abile pescatore, si tuffa controcorrente nelle rapide e nelle turbolenze o le sorvola a pochi centimetri dal pelo dell’acqua; è indicatore di acque di buona qualità.
×È considerato una delle specie più rare e minacciate dell'avifauna ampezzana; è specie di interesse comunitario che richiede la massima tutela. In Ampezzo si stima la presenza di 2-3 coppie di gufo reale, presenti nei versanti ombrosi e rocciosi di fondovalle ove trova gli ambienti di forra che gli sono più congeniali; fra essi, le forre alla confluenza delle valli di Fanes, del Boite e del Felizon.
×I grandi blocchi rocciosi lasciati dal ritiro dei ghiacciai nelle zone di valico sono gli habitat preferiti dalla lepre bianca, mammifero fra i più tipici delle alte quote, noto per la muta del pelo in inverno. Vivendo al di sopra del limite del bosco, deve poter disporre di frequenti ripari nel suo territorio e sceglie quindi aree ricche di massi rocciosi e cunicoli, con spazi protetti sotto cui rifugiarsi
×Giunta sulle Alpi con le glaciazioni, questa specie è rimasta confinata alle quote più alte delle Alpi ove sia presente un minimo di vegetazione; come altre specie artiche, si caratterizza per la muta del piumaggio. La pernice bianca è divenuta sempre più rara e vulnerabile a causa del riscaldamento climatico, che riduce progressivamente l’estensione del suo habitat, ovvero i saliceti nani e le vallette nivali a zolla discontinua. In Ampezzo, i versanti settentrionali dell'Averau, Nuvolau e Col dei Bòs sono fra le aree più vocate per questa specie.
×È il più comune dei galliformi alpini e vive al limite superiore del bosco, cibandosi di mirtilli e germogli di ericacee e conifere; è tuttavia difficile da osservare, perché vive in aree poco frequentate dal turismo e si muove soprattutto al crepuscolo. Nidifica a terra, come gli altri galliformi, e ciò costituisce fattore di notevole vulnerabilità alla predazione e al disturbo dei cani liberi e di chiunque si muova al di fuori dei tracciati battuti; molto suggestivi i combattimenti nuziali dei maschi nelle arene di canto primaverili.
×Non si tratta in realtà di un vero e proprio picchio, ma di un piccolo passeriforme, con becco allungato e ali sfarfallanti, perfettamente adattato alla vita e al volo sulle pareti rocciose; nidifica nelle nicchie strapiombanti e si nutre di ragni ed insetti, che riesce a scovare nelle fessure delle rocce. Le rupi soleggiate delle Cinque Torri sono habitat favorito da questo variopinto uccello, dal piumaggio grigio e rosso.
×I boschi invecchiati, con presenza di piante deperienti, sono l’habitat naturale del più raro dei picchi alpini: il picchio tridattilo (Picoides tridactylus); il suo areale è confinato ai pochi boschi vetusti delle Alpi Orientali e alla Scandinavia. Nelle cavità lasciate libere dai picchi si insedia volentieri un altro uccello di origini boreali: la civetta nana (Glaucidium passerinum); è il più piccolo dei rapaci notturni europei, molto elusivo, e come il picchio tridattilo, frequenta boschi molto naturali e indisturbati.
×È il più grande e raro dei galliformi alpini e sulle Alpi è ormai confinato a pochi territori delle catene orientali; abita foreste vaste e indisturbate, con un livello molto basso di antropizzazione e ricche di sottobosco ad ericacee e mirtilli, di cui si nutre in prevalenza. È noto soprattutto per le parate nuziali dei maschi in primavera, i quali rischiano talvolta di diventare aggressivi anche nei confronti dell’uomo. A causa della sua vulnerabilità, la specie è minacciata di estinzione.
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