L’ampia conca per la quale Cortina è giustamente famosa, poggia su un letto di sedimenti argillosi ed è caratterizzata da diverse colate di frana che convergono verso il fondovalle; è quindi diffusa la presenza di zone umide di varia natura, che punteggiano a macchia di leopardo ogni angolo della valle e ne arricchiscono in maniera considerevole la biodiversità; si citano ad esempio le due carnivore Utricularia stygia e Utricularia australis; fra gli anfibi viene annoverato anche l’ululone dal ventre giallo (Bombina variegata).
Sui prati da sfalcio esterni alla cintura urbana e, nondimeno, in tutti gli ambiti agricoli che si interpongono fra un villaggio e l’altro, è riscontrabile una diffusa naturalità, frutto di un lavoro secolare di foraggicoltura, la quale si è mantenuta, anche in anni recenti, su livelli poco intensivi ed ha conservato numerose specie ed habitat altrove scomparsi.
Questa ricchezza è forse la meno nota fra tutti i valori naturalistici di cui Cortina è depositaria ed è anche la più fragile, perché legata in modo indissolubile ad una pratica agricola difficile da mantenere in vita e, soprattutto, al basso livello di impatto con cui viene attualmente praticata.
La presenza di uccelli come il re di quaglie (Crex crex) e l’averla piccola (Lanius collurio) sono un indice di questa naturalità; si citano inoltre Iris sibirica, Sanguisorba officinalis e Galium boreale, oltre ad una nutrita serie di orchidee di palude.
Siti di interesse naturalistico: laghetti e paludi di Majorèra e Garlante; prati di Pocol e In Son dei Prade; Grotte di Volpèra; prati di Convento e Mortija; prati di Campo, Saliéto e Manaigo; prati di Zuel; torbiere di Cojana; canneti di Tamarin; laghetti e torbiere di Laguscin e Staulin; prati di Cadin; piana torrentizia del Boite a monte di Fiames.