La piana alluvionale che il Boite forma a nord di Cortina è un’area naturale ove gli ambienti si rinnovano ad ogni piena e ad ogni cambiamento del corso del fiume; in questo tratto le sue acque sono cristalline e libere di scorrere su un ampio letto detritico. L’escursione che ne compie il periplo per il Pian de ra Spines è adatta a molte attività sportive ed è anche accessibile ai disabili motori.
Lunghezza: 8.000 m.Sul versante est del Col Rosà, verso il Boite, il faggio risale i pendii spinto dalle correnti sciroccali provenienti dal fondovalle e forma anche un lembo di faggeta vergine; sul versante opposto prevalgono le basse temperature e il clima di forra, con discesa del pino cembro fino a bassa quota. Comodi sentieri consentono di aggirare l’intero monte e di apprezzarne i differenti ecosistemi, nonché le emergenze geomofologiche del Campanile Rosà e della forra del Ru de ra Vales.
Lunghezza: 12.500 m.I soleggiati versanti posti alla base del Pomagagnon sono caratterizzati da radi e luminosi boschi di pino silvestre e larice; l’area di Mietres è quella ove nella conca, prima dell’abbandono e della riconquista del bosco, i prati da sfalcio si spingevano più in quota. L’area è ancora oggi aperta, panoramica e ricca di tutta la flora e la fauna che amano gli orli boschivi e gli ambienti di margine.
Lunghezza: 4.000 m.Forse uno dei lariceti più fotografati delle Alpi, perfetto nella regolarità dei suoi fusti di solo larice e nella pulizia del sottobosco. Paesaggisticamente spettacolare, è un bosco manipolato nella sua evoluzione, mantenuto nelle condizioni attuali da un costante e continuo pascolamento bovino del sottobosco; il suo destino naturale è quello di essere sostituito nel tempo da un bosco misto di abete e pino cembro, che solo un costante intervento umano potrà rallentare.
Lunghezza: 3.600 m.Il bosco di Mandres è un rado e luminoso lariceto, che l’abbandono del pascolo sta gradualmente portando ad evolvere verso un bosco di abete rosso; è ricco di fauna, in particolare picchi e civette e attraversato da diversi e affascinanti percorsi escursionistici. Sui ghiaioni e le mughete soprastanti, ove abbondano Dianthus sternbergii e Cypripedium calceolus, passa un panoramico sentiero che collega Lariéto a Fraìna.
Lunghezza: 3.50 m.Il colle de ra Sponàtes, di fianco al Col Drušié, è ammantato di un rado bosco di conifere, poco antropizzato e frequentato da più specie di galliformi, che può essere aggirato passando per il Lago Ghedina e percorrendo una comoda strada militare a tornanti. Il lago è un magnifico specchio d’acqua, che colma una depressione retrostante uno dei colli formatisi con la frana postglaciale della Tofana.
Lunghezza: 5.200 m.È un’area molto singolare, interessata in epoca postglaciale da un grande crollo di blocchi ciclopici, precipitati dal disfacimento del blocco roccioso della Crepa di Pocol dopo il ritiro del ghiacciaio di fondovalle. Negli ultimi millenni, la marocca si è ricoperta di un bosco misto di conifere e faggio, poco antropizzato e molto umido, con abbondanza di muschi e licheni e popolato da diverse specie di picchi e rapaci. Le grotte sono in realtà i cunicoli presenti sotto l’ammasso di blocchi accavallati uno sull’altro e non sono frutto di vero e proprio carsismo.
Lunghezza: 3.800 m.Attraversando il bel bosco dei Peronàte, l’itinerario conduce al lago d’Ajal, ameno specchio naturale dalle acque limpide, formato dallo sbarramento di un piccolo cordone morenico; vi è presente il Ranunculus trichophyllus. Poco oltre, sul torrente Costeana si incontra una serie di opere di captazione idroelettrica, una delle quali è la diga di Ciòu del Conte. Volendo evitare quest’ultimo tratto, è possibile tornare dal Lago d’Ajal per il percorso di andata.
Lunghezza: 3.800 m.Il lago d’Ajal è un ameno specchio naturale dalle acque limpide, formato dallo sbarramento di un piccolo cordone morenico; vi è presente il Ranunculus trichophyllus. I boschi di Ajal e Fedèra, a dispetto della loro apparente uniformità, sono disseminati di zone sorgentizie ed umide e di aree di forra con profonde spaccature rocciose, come I Cuaire, siti poco a monte del Lago d’Ajal. Sono aree poco visibili, che conferiscono tuttavia al versante una estrema variabilità di habitat e buone condizioni per la biodiversità.
Lunghezza: 1.500 m.Il Lago di Pianòzes è un piccolo bacino, in parte naturale e in parte frutto di sbarramento, con finalità esclusivamente turistiche; la bontà delle sue acque e delle sue sponde è testimoniata dalla presenza della Persicaria amphibia, rara specie acquatica che ha qui l’unica presenza in Ampezzo. Le peccete basali alla destra orografica del rio Costeana e del Boite sono fra le più fertili e imponenti di Cortina, gestite a basso impatto ed abitate dal gallo cedrone (Tetrao urogallus) e dall’astore (Accipiter gentilis).
Lunghezza: 5.000 m.È una valle quasi completamente boscosa, che si alza dalle faggete del fondovalle fino al limite superiore del bosco, per mille metri di dislivello; è solcata da un torrente perfettamente integro, che si insinua in profonde e spettacolari forre e cataratte. La valle è fra le più selvagge e meno antropizzate di Cortina ed è ricca di fauna e di flora, soprattutto in riferimento alle speciali torbiere della parte bassa della valle; una vera e propria oasi di wilderness nelle Dolomiti d’Ampezzo.
Lunghezza: 15.200 m.Oltre il Ponte di Socol, il Boite scorre libero e copioso per alcuni chilometri fino alle porte di San Vito, autorigenerandosi e creando interessanti ambienti di sponda e saliceti. La parte basale del versante destro orografico è coperta da una fitta foresta mista, con alberi residui di tasso (Taxus baccata), nella quale si nascondono anfratti rocciosi, sui quali nidifica il gufo reale (Bubo bubo), e aree di torbiera ben conservate e ricche di rare specie; si segnalano la Drosera rotundifolia e la Epipactis palustris.
Lunghezza: 3.000 m.Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo
Via Mons. P. Frenademez, 1
I-32043 Cortina d'Ampezzo
Tel. 0436 2206 - Fax 0436 878704
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