Il Parco in generale

Storia - L'allevamento dei bovini


Le origini dell’allevamento bovino nella valle d’Ampezzo risalgono ai primi secoli dell’era cristiana, quando si consolidarono gli insediamenti nel fondovalle. Da quel momento non ci si poté più limitare ad usufruire di quanto la natura, col suo manto erboso, offre in modo spontaneo: il territorio richiedeva di essere governato dall’uomo e quindi adattato alle necessità della fienagione, del pascolo e della attività agricola. 

A partire dall’opera immane di quegli antichi pionieri il paesaggio avrebbe quindi assunto un tratto decisamente più  antropizzato. L’amorevole sollecitudine per la cura del territorio procedeva di pari passo con le migliorie tecniche e con una crescente consapevolezza delle necessità di conservare e migliorare le risorse dell’ambiente. 

Basterebbe analizzare la ricchezza dei termini che nel vocabolario ampezzano corrispondono alle parole “erba”, “prato o “pascolo” per scorgervi una notevole quantità di accezioni legate, ad esempio, a fattori altimetrici, alle modalità d’uso, alla qualità e quantità del foraggio e così via. 

Durante il lungo inverno, allora come oggi, il bestiame restava nelle stalle e ciascun allevatore lo accudiva secondo l’uso tradizionale, nutrendolo con i vari tipi di fieno raccolti durante la buona stagione; all’inizio dell’estate, gli animali che, come buoi, manzi, cavalli non producono latte, venivano condotti all’alpeggio, mentre le vacche da latte raggiungevano le praterie, dette “alberghe”, generalmente a quote altimetriche più basse e ricche di un foraggio particolarmente nutriente. La mungitura e la lavorazione del latte avveniva nelle vicine malghe (“brites”); burro e formaggio venivano distribuiti mensilmente in proporzione al numero dei capi di bestiame posseduti dai singoli proprietari. 

A stagione conclusa, quando il bestiame veniva ricondotto a valle,  si procedeva alla pulizia dei pascoli. Si trattava di un’attività importante ed obbligatoria, la cui mancata partecipazione poteva anche comportare l’esclusione dei diritti di regola.